L’incontinenza urinaria da sforzo (IUS) è una delle forme più comuni di incontinenza femminile, soprattutto dopo i 40 anni: colpisce infatti perlopiù le donne in età adulta e post-menopausale. Spesso sottovalutata o taciuta per imbarazzo, questa condizione può compromettere profondamente la qualità della vita, influenzando la sfera sociale, lavorativa, affettiva e persino l’autostima.
Ma cos’è esattamente l’incontinenza urinaria da sforzo? Quali sono le cause e i sintomi? E soprattutto: quali sono i rimedi efficaci per trattarla, anche in modo non invasivo?
Scopriamolo insieme in questo approfondimento basato su evidenze scientifiche e soluzioni concrete.
Cos’è l’incontinenza urinaria da sforzo?
L’incontinenza urinaria da sforzo (IUS) è la perdita involontaria di urina che si verifica in occasione di sforzi fisici anche moderati, come:
- Tossire o starnutire
- Ridere
- Sollevare pesi
- Fare esercizio fisico
- Salire le scale o fare una corsa
Qual è il meccanismo fisiopatologico di questa condizione? L’incontinenza da sforzo è principalmente legata a un danno o indebolimento delle strutture di supporto uretrale. Questo può coinvolgere:
- Muscolatura del pavimento pelvico (m. pubococcigeo, m. ileococcigeo)
- Fasce connettivali che ancorano l’uretra e il trigono vescicale
- Sfintere uretrale esterno, responsabile del mantenimento della continenza sotto sforzo
Quando queste strutture perdono tonicità, non riescono a contrastare efficacemente l’aumento della pressione addominale causata dallo sforzo. Quando la pressione vescicale supera la pressione di chiusura uretrale, si verifica la perdita di urina.
Cause dell’incontinenza urinaria da sforzo

Tra le cause più frequenti troviamo:
- Gravidanza e parto vaginale – Durante la gravidanza e il parto si verificano modificazioni meccaniche e ormonali che stirano e indeboliscono le strutture perineali, causando lesioni del muscolo elevatore dell’ano o denervazione del pavimento pelvico (documentato in studi elettromiografici post-partum).
- Menopausa – Il calo degli estrogeni riduce la vascolarizzazione e l’integrità della mucosa urogenitale e dei tessuti connettivi di sostegno. Si osserva anche una riduzione del contenuto di collagene tipo I e un incremento del collagene tipo III, meno resistente alla trazione.
- Invecchiamento – Il naturale declino della massa muscolare scheletrica (sarcopenia) e delle fibre muscolari del pavimento pelvico rende meno efficace la risposta allo sforzo.
- Attività sportiva intensa – Sport ad alto impatto generano ripetuti aumenti della pressione intraddominale, che possono portare a microtraumi funzionali nel tempo, soprattutto se il pavimento pelvico è già indebolito.
- Chirurgia pelvica – Interventi come isterectomia o colposuspensione possono alterare l’innervazione pelvica o compromettere la posizione dell’uretra, peggiorando il meccanismo di continenza.

Quali sono i sintomi della vescica da sforzo?
Il sintomo principale è la perdita di urina durante attività che comportano sforzo fisico. La quantità può variare da qualche goccia a una perdita più consistente, a seconda della gravità della condizione.
Spesso, all’inizio, il disturbo si manifesta solo in situazioni intense, come lo sport. Ma nel tempo può peggiorare e comparire anche in situazioni quotidiane.
Quando l’incontinenza urinaria è considerata grave?
L’incontinenza viene definita lieve, moderata o grave in base alla frequenza e alla quantità delle perdite:
- Lieve: perdite occasionali (ad esempio durante uno starnuto).
- Moderata: perdite frequenti (più volte al giorno).
- Grave: perdite abbondanti, che richiedono l’uso costante di assorbenti o protezioni.
Secondo uno studio pubblicato su Neurourology and Urodynamics, l’incontinenza urinaria colpisce il 45% delle donne oltre i 40 anni, con un picco di prevalenza tra i 50 e i 60 anni.
Incontinenza da sforzo: i rimedi
La buona notizia è che esistono diversi approcci terapeutici, sia conservativi che più avanzati, per affrontare il problema.
1. Esercizi per il pavimento pelvico (esercizi di Kegel)

La prima linea di trattamento conservativo è rappresentata dagli esercizi di Kegel, che mirano a rinforzare la muscolatura striata del piano perineale.
Una review pubblicata su The Cochrane Library (Dumoulin et al., 2018) ha evidenziato che l’allenamento muscolare pelvico migliora significativamente la continenza nelle donne con IUS, con tassi di miglioramento fino al 70% dopo 3 mesi di esercizi guidati.
2. Fisioterapia pelvica
Include:
- Tecniche manuali: per rilassare o attivare gruppi muscolari specifici
- Biofeedback: visualizzazione in tempo reale dell’attivazione muscolare
- Elettrostimolazione: per reclutare fibre muscolari poco attive
3. Dispositivi medici o supporti vaginali
I pessari e i tamponi meccanici offrono un supporto fisico all’uretra. Sono indicati per donne che non vogliono o non possono sottoporsi a terapia farmacologica o chirurgica.
4. Trattamenti topici a base di acido ialuronico
Una delle frontiere più promettenti per il trattamento dell’incontinenza urinaria da sforzo, specie nelle donne in menopausa o post-parto, è rappresentata dai prodotti a base di acido ialuronico.
Il ruolo dell’acido ialuronico nella tonicità dei tessuti
L’acido ialuronico è una molecola naturalmente presente nei tessuti connettivi, nota per la sua capacità di idratare in profondità, stimolare la rigenerazione cellulare e ripristinare l’elasticità dei tessuti.
In ambito ginecologico, diversi studi – tra cui uno pubblicato su Climacteric – confermano che i trattamenti topici a base di acido ialuronico:
- Migliorano l’idratazione della mucosa vaginale
- Favoriscono la rigenerazione dell’epitelio uro-genitale
- Riducono i sintomi associati a vulvovaginiti, secchezza e atrofia vaginale
- Possono coadiuvare il recupero funzionale del pavimento pelvico
Una mucosa sana e idratata contribuisce in modo significativo al recupero della tonicità dei tessuti uretro-vaginali, migliorando anche la tenuta del meccanismo sfinterico.
Osidra: acido ialuronico sublinguale ad azione sistemica
Tra le soluzioni più innovative oggi disponibili per il recupero della tonicità e dell’integrità delle mucose vaginali — compromesse da condizioni come la secchezza, l’atrofia postmenopausale o l’incontinenza urinaria da sforzo — spicca Osidra, un sistema terapeutico a base di acido ialuronico idrolizzato ad alta concentrazione, pensato per un’assunzione sublinguale.
A differenza dei tradizionali integratori orali, Osidra sfrutta un processo di idrolizzazione molecolare, che frammenta le catene di acido ialuronico in componenti a catena corta. Questo processo, abbinato a una tecnologia brevettata di somministrazione sublinguale, consente un assorbimento completo e rapido (biodisponibilità del 100%) bypassando la barriera intestinale, spesso responsabile dell’inefficacia di molti preparati orali.
Dal punto di vista fisiologico, l’acido ialuronico a basso peso molecolare penetra in profondità nei tessuti, attivando i fibroblasti e favorendo i processi di rigenerazione cellulare, mentre quello ad alto peso molecolare esercita un’azione protettiva e idratante superficiale, richiamando acqua e contribuendo al mantenimento dell’elasticità e della turgidità tissutale. Questa duplice azione è particolarmente efficace per il trofismo delle mucose vaginali, che giocano un ruolo chiave anche nel contenimento uretrale.
Diversi studi clinici hanno evidenziato come il deterioramento della mucosa vaginale e la perdita di tono dei tessuti perineali siano fattori predisponenti all’incontinenza urinaria da sforzo, condizione che (come detto) colpisce circa il 15-30% delle donne sopra i 40 anni, con un picco in menopausa e nel post-partum. In questi casi, l’utilizzo di acido ialuronico bioattivo contribuisce non solo a ripristinare la funzionalità tissutale, ma anche a ridurre i sintomi associati, come bruciore, secchezza e dolore durante i rapporti (dispareunia).
OSIDRA rappresenta quindi un valido coadiuvante nei protocolli integrati per la gestione dell’incontinenza urinaria da sforzo, sia nelle fasi iniziali sia in quelle più avanzate, grazie al suo profilo di sicurezza, alla facilità di utilizzo e all’efficacia su più distretti (vaginali, urologici e dermatologici).
La formulazione è disponibile in flacone spray da 50 ml, con posologie variabili (da 1 a 3 ml al giorno) in base all’intensità del trattamento. Il prodotto va mantenuto sotto la lingua per almeno 60 secondi, al fine di garantirne l’assorbimento ottimale.
Oltre all’incontinenza urinaria, Osidra trova applicazione in ambito ginecologico nel trattamento di:
- secchezza vaginale e atrofia postmenopausale
- prurito, bruciore e dispareunia
- cistiti interstiziali e cistiti attiniche (da radioterapia)
- dolore pelvico cronico
Grazie alla sua azione multi-tissutale, Osidra è impiegato, inoltre, in dermatologia e medicina estetica, per migliorare l’idratazione e l’elasticità del derma, favorendo la produzione di collagene ed elastina.
Per le donne over 40, spesso alle prese con i cambiamenti ormonali e le loro conseguenze sul piano urogenitale, Osidra offre un approccio scientificamente fondato e clinicamente testato, capace di integrare efficacemente i trattamenti classici e di migliorare sensibilmente la qualità della vita.
Quando è necessario l’intervento chirurgico?
In caso di incontinenza grave il medico può proporre un intervento chirurgico. Tra i più comuni:
- Sling uretrale (TVT o TOT): posizionamento di un nastro di supporto sotto l’uretra.
- Colposospensione: sollevamento della parete vaginale anteriore per sostenere la vescica.
Le linee guida dell’ICS (International Continence Society) raccomandano la chirurgia solo dopo il fallimento delle terapie conservative, valutando attentamente rischi e benefici. Questi interventi, infatti, sono generalmente efficaci, ma comportano tempi di recupero e valutazioni individuali.
Conclusioni
L’incontinenza urinaria da sforzo non è un destino da accettare in silenzio, ma un disturbo trattabile, soprattutto se affrontato precocemente e con approccio integrato.

La combinazione di esercizi, fisioterapia e prodotti rigenerativi a base di acido ialuronico come Osidra rappresenta oggi una strategia concreta, non invasiva e scientificamente validata per migliorare la qualità di vita delle donne che ne soffrono.
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