L’uso frequente della piastra è una delle principali cause di danneggiamento del fusto pilifero. Non sorprende: oggi oltre il 70% delle donne utilizza almeno un tool a caldo nella propria hair routine (P&G Beauty Index, 2023) e, secondo uno studio pubblicato sul Journal of Cosmetic Science, temperature superiori ai 180°C iniziano a denaturare in modo irreversibile le proteine strutturali del capello, alterandone elasticità, luminosità e resistenza meccanica.
Capelli secchi, sfibrati, opachi, che si spezzano facilmente e che non tengono più la piega come prima: sono segnali chiari di un danno da calore già in atto. Questa guida fornisce una visione completa, scientificamente fondata, su come riconoscere i danni, prevenirli e – soprattutto – rimediare in modo efficace.
Non solo: in chiusura, scoprirai come l’idratazione sistemica tramite acido ialuronico idrolizzato sublinguale può supportare il cuoio capelluto e il fusto dall’interno.
Perché la piastra rovina i capelli: cosa succede davvero?
La struttura del capello e i punti deboli
Il fusto del capello è composto principalmente da:
- Cuticola: strati sovrapposti di cheratina che proteggono il capello.
- Corteccia: la parte più voluminosa, ricca di fibre cheratiniche e pigmento.
- Midollo: la parte più interna (non sempre presente).
La cheratina è una proteina resistente, ma non invincibile. A contatto con temperature troppo elevate:
- si rompono i ponti idrogeno (responsabili della forma del capello),
- si denaturano i ponti disolfuro (responsabili della resistenza),
- si perde acqua legata, essenziale per elasticità e lucentezza.
Temperature critiche: la scienza è chiara
Numerosi studi mostrano che:
- A 150–180°C si inizia a perdere acqua strutturale;
- A 200°C la cuticola inizia a sollevarsi e sfaldarsi;
- A 230°C si osservano veri e propri fenomeni di carbonizzazione microscopica.
Molte piastre sul mercato superano facilmente queste temperature.

Il ruolo dell’umidità: evaporazione esplosiva
Quando si passa la piastra su capelli anche solo leggermente umidi, si può verificare il cosiddetto bubble hair effect, documentato dall’International Journal of Trichology: l’acqua intrappolata evapora all’istante, creando microbolle che indeboliscono la corteccia.
Segnali di capelli rovinati dalla piastra
Se il capello presenta uno o più di questi segni, è già danneggiato:
- Opacità persistente
- Fibre ruvide al tatto
- Punte bianche (microfratture)
- Capelli che si spezzano facilmente
- Perdita di elasticità
- Cuoio capelluto teso o secco
- Crespo nonostante i prodotti styling
Per hairstylist e professionisti, il test più significativo è lo stretch test: se il capello si allunga poco, si spezza facilmente o non torna alla forma originale, ha perso parte della sua integrità proteica.
Capelli rovinati: cosa NON fare (errori comuni)
Molti tentativi “fai da te” peggiorano la situazione:
- Applicare maschere altamente proteiche tutti i giorni: rischio di protein overload.
- Usare oli prima della piastra: aumentano il rischio di surriscaldamento locale.
- Passare la piastra più volte sulla stessa ciocca: aumenta esponenzialmente il danno.
- Tagliare solo le punte senza trattare il fusto: soluzione estetica, non strutturale.
- Applicare troppi prodotti siliconici senza idratazione profonda: effetto “glassato”, ma non risolutivo.
Come rimediare ai capelli rovinati dalla piastra: protocollo science-based
Step 1 – Riequilibrio dell’idratazione profonda
Il capello danneggiato ha perso acqua strutturale.
Interventi consigliati:
- Maschere idratanti con attivi umettanti come glicerina, pantenolo, aloe.
- Trattamenti ai derivati dell’acido ialuronico: studi confermano la capacità dell’HA di trattenere acqua e favorire la rigenerazione tissutale.
Per i professionisti: alternare idratazione intensa e trattamenti ristrutturanti ogni 7–10 giorni.

Step 2 – Riparazione proteica calibrata
Ricostruire la fibra è essenziale, ma va fatto con moderazione.
Attivi chiave:
- Cheratina idrolizzata
- Proteine del grano o della soia
- Aminoacidi liberi (arginina, serina, prolina)
Programma raccomandato:
- Trattamenti proteici 1 volta ogni 10–15 giorni.
- Evitare applicazioni troppo ravvicinate.
Step 3 – Termoprotettori di qualità (uso obbligatorio)
I termoprotettori moderni, contenenti polimeri filmogeni e siliconi funzionali, riducono il danno termico fino al 70%.
Scegliere prodotti che garantiscano:
- Protezione fino a 230°C
- Polimeri ad alta aderenza
- Texture non oleosa
Step 4 – Trattamenti professionali in salone
Per hairstylist e proprietari di saloni, i trattamenti più efficaci e scientificamente validati includono:
- Ricostruzioni a base di peptidi (ottime nei danni profondi)
- Trattamenti bond-builder a base di bisamminopropyl diglycol dimaleate
- Laminazioni idratanti
- Ozonoterapia per il cuoio capelluto, utile nel migliorare ossigenazione e microcircolazione
Step 5 – Idratazione sistemica: intervenire dall’interno
Il cuoio capelluto è pelle. E come tale ha bisogno di idratazione sistemica, non solo cosmetica.
Diversi studi scientifici dimostrano che l’idratazione del derma migliora la qualità del cuoio capelluto, influenzando:
- turn-over cellulare,
- elasticità del follicolo,
- qualità della fibra cheratinica prodotta.
Qui si inserisce il ruolo dell’acido ialuronico assunto per via sistemica.
Perché usare OSIDRA per i capelli danneggiati dalla piastra

Quando si parla di danno da piastra, tendiamo a concentrarci solo sul fusto. Ma la qualità del capello nasce nel follicolo: un bulbo disidratato e stressato produce una fibra più fragile.
OSIDRA contiene acido ialuronico idrolizzato, in due pesi molecolari (40–50 KDa e 1.6–2 MDa) con rapporto ideale 5:1, completamente assorbibile tramite via sublinguale con biodisponibilità del 100%.
Grazie a questa tecnologia:
- L’HA a basso peso molecolare penetra nei tessuti, si lega ai recettori CD44 e stimola fibroblasti e cheratinociti alla produzione di:
- nuovo acido ialuronico
- collagene
- elastina
(Necas, 2008; Gariboldi et al., 2020)
- L’HA ad alto peso molecolare richiama grandi quantità di acqua, migliorando idratazione e integrità tissutale.
Agendo sul derma e sulla fisiologia cellulare, OSIDRA contribuisce a migliorare:
- Idratazione del cuoio capelluto
- Elasticità e salute del follicolo
- Comfort cutaneo
- Resilienza della fibra neo-formata
In un protocollo anti-danno da calore, OSIDRA diventa un supporto sistemico prezioso.
Prevenzione: come evitare nuovi danni
- Usare piastre con controllo termico digitale.
- Limitare l’uso a 2–3 volte a settimana.
- Applicare il termoprotettore su capelli COMPLETAMENTE asciutti.
- Evitare temperature > 180°C per capelli fini o già trattati.
- Alternare styling a caldo e acconciature a freddo.
- Inserire trattamenti di ricostruzione ciclici.
Conclusioni
La piastra non è un nemico, ma un tool che richiede conoscenza e precauzioni.
Il danno da calore è reale, documentato e spesso sottovalutato, ma è possibile riparare la fibra e migliorare la salute dei capelli agendo su più fronti: idratazione, ricostruzione, protezione e — soprattutto — cura del cuoio capelluto e del derma.
In questa logica integrata, OSIDRA rappresenta un alleato sistemico che, agendo dall’interno, aiuta a mantenere l’ecosistema cute-capelli più idratato, elastico e resiliente.
FAQ
Dipende dal livello di danno. Microdanni e secchezza si recuperano con protocolli mirati; la carbonizzazione della fibra non è reversibile e spesso richiede il taglio.
In media 2–3 volte a settimana, con termoprotettore e temperature sotto i 180°C. I capelli fini o decolorati richiedono ancora più cautela.
Migliora sensibilmente l’idratazione e la fisiologia della pelle e del cuoio capelluto, con benefici indiretti sul capello neoformato.
Sì. OSIDRA agisce sul derma e supporta la salute dei tessuti; può essere integrato in routine dermatologiche o tricologiche.
